Requiem: scoprite di che tipo di messa si tratta esattamente
La messa da requiem che viene celebrata, seguendo il rito cattolico, in onore del defunto, durante il funerale. Secondo i precetti della religione cattolica la messa da requiem in onore dei defunti che sono in Purgatorio, può aiutare l’espiazione dei peccati commessi durante la vita e diminuire quindi i giorni di permanenza in Purgatorio. Questa messa è utilizzata a volte come servizio funebre, nei funerali solenni ed è considerata parte della liturgia il 2 novembre, giorno in cui si ricordano i defunti.
Musica e canti
Questa è anche una composizione musicale che ha come testo gli inni dei riti cattolici, e nel passato diversi noti compositori, come Mozart, si sono cimentati nella realizzazione della messa da requiem. I testi del Requiem, come l’Introito e il Graduale, cambiano in base al calendario liturgico, invece i requiem nella messa esequiale sono sempre fissi. Molte persone vivono il momento della messa funebre come l’ultimo modo per salutare e dire addio alla cara persona defunta. Per questo motivo essi sono testi molto drammatici, che coinvolgono chi li ascolta.
Un po' di storia riguardo la messa da requiem
Per tantissimi secoli questi testi furono cantati sulle melodie gregoriane. La primissima impostazione polifonica è attribuita generalmente al compositore Johannes Ockeghem, attorno al 1460; si pensa che il suo si ispirasse molto al collega più anziano Guillaume Dufay, anche se purtroppo la partitura di Dufay è andata persa. Parecchi dei primi testi sono differenti da quelli della liturgia ufficiale, perché probabilmente, prima del Concilio di Trento, erano diverse le impostazioni liturgiche in vari paesi europei. I primi requiem che comprendono il Dies irae sono quelli di Engarandus Juvenis, nel codice di Staffarda alla fine del XV secolo, e il requiem di Antoine Brumel, del 1500.
Ad oggi sono stati composti più di 2.000 requiem e molte delle versioni rinascimentali erano eseguite senza strumenti, con il canto a cappella, invece a partire dal secolo XVII i compositori preferirono accostare l'uso di strumenti per l’accompagnamento del coro, aggiungendo anche voci soliste.